Questo commento al Vangelo di Giovanni sembra muoversi su quattro registri, che ne mostrano al tempo stesso i pregi ed i limiti, assunti peraltro con piena consapevolezza. Il primo registro è quello contemplativo: esso risponde alla domanda «che cosa dice il testo in sé»? L'Autore insegue nel testo il continuo ritorno dei verbi del «vedere», sfidando il lettore a guardare l'invisibile che viene a rivelarsi e nascondersi nei segni della storia. Agli occhi della fede si apre così nella corposità del testo e del racconto la profondità del Vangelo spirituale ... Dalla Presentazione di Bruno Forte, Arcivescovo di Chieti .
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