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Città  sicura... città  interetnica

 

Città  sicura... città  interetnica
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Francesco Alessandria
Editore: Officine Grafiche Francesco Giannini & Figli S.p.A
Anno: 2006
Pagine: 224
Legatura: Brossura
ISBN: 978-88-7431-323-5

Come cambierà l’Europa nei prossimi decenni? La migrazione di masse dal sud del mondo sta cambiando il colore della pelle del Vecchio Continente: come gestire questo mutamento contemplando oltre ai rischi naturali quelli relativi alla sicurezza e al disagio urbano?
È il suggerimento che tenta di fornire questo testo affrontando in parallelo lo studio sistematico delle diverse tipologie di rischio: da una parte quelle legate ai fenomeni naturali e ambientali; dall’altra quelle connesse agli squilibri tra i due emisferi del pianeta.
L’obiettivo è tentare di verificare in che modo è possibile contemperarli nel governo della città. È chiaro che per governare con successo è necessario conferire alla città quel livello di vivibilità tale da far percepire la condizione di sicurezza a tutti coloro che vi risiedono indipendentemente da razza, religione, usi e costumi.

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Sommario p.7
Presentazione di Corrado Baguinot p.9
Introduzione p.15
Capitolo I La conoscenza del rischio p.19
1.1 I fattori di rischio p.21
1.1.1 L’individuazione dei rischi della città p.21
1.1.2 Il sisma, il maremoto (o tsunami), l’eruzione, l’esauribilità delle risorse naturali ambientali, i rifiuti, il rumore p.23
1.1.3 L’immigrazione non regolamentata, il terrorismo, l’inaccessibilità, il meticciato, la devianza giovanile, il vulcano cinese, l’indecisionismo politico, le guerre di religione p.27
1.2 I fenomeni conseguenti p.35
1.2.1 L’incendio, l’inquinamento ambientale, il dissesto idrogeologico, la desertificazione, la siccità, lo scioglimento dei ghiacciai p.35
1.2.2 Le difficoltà di governo della città ed il disagio sociale ed urbano (Parigi 2005) p.38
1.2.3 L’esclusione sociale dei “diversi” p.40
1.3 Gli approcci e le teorie prevalenti p.42
1.3.1 Dalla teoria della tettonica a placche, ai principi di sostenibilità ambientale p.42
1.3.2 Dalla “risk analysis” alla “risk perception” p.44
1.3.3 I tentative e le politiche normative di integrazione sociale urbana p.47
Capitolo II Le attività di prevenzione
2.1 La mappatura delle aree a rischio p.51
2.1.1 L’individuazione delle aree a rischio sismico e ambientale p.53
2.1.2 La “perimetrazione delle aree a rischio di disagio sociale p.54
2.2 La formazione degli esperti p.57
2.2.1 Il Disaster Manager p.57
2.2.2 Il Manager della città interetnica p.58
2.3 Le tecniche urbanistiche p.59
2.3.1 Gli interventi post-evento p.59
2.3.2 Le esperienze di zonizzazione razziale p.61
2.4 Le tecniche costruttive e le tipologie edilizie p.63
2.4.1 Dall’intelaiatura in legno e mattoni alla struttura in acciaio ed alla bioarchitettura p.63
2.4.2 L’organismo a schema centrale dell’est, l’edificio snello e flessibile all’ovest, la residenza araba nel Mediterraneo p.65
2.5 La legislazione p.68
2.5.1 La legge Quadro n. 64/74 e la sua evoluzione p. 68
2.5.2 I beni ambientali, l’acqua, il suolo, l’aria p.70
2.5.3 dalla legge n. 943/86 alla legge Bossi-Fini p.73
2.6 La consapevolizzazione p.74
2.6.1 La pericolosità, la vulnerabilità e l’esposizione della città di pietra p.74
2.6.2 Il rischio sociale nella città dell’uomo e delle relazioni p.76
Capitolo 3. La riduzione dei rischi nella storia della trasformazione delle città p.81
3.1 Modelli di disegno urbano nelle ricostruzioni
3.1.1 Il post evento a Catania (1693)
Messina e Reggio Calabria (1908) p.83
3.1.2 La pianificazione dell’esodo e dell’accesso p.91
3.2 La fondazione di San Francisco (1906) p.93
3.2.1 La maglia urbana a scacchiera p.93
3.2.2 Dagli immigrati cercatori d’oro alla città laboratorio multietnico p.95
3.3 La “nuova”concezione di Tokyo (1923) p.27
3.3.1 Un primo modello orientale “occidentalizzato” di pianificazione p.97
3.3.2 Le trasformazioni per la città sicura ed i primi processi di partecipazione p.99
3.4 Gli interventi nel Belice (1968) p.102
3.4.1 L’uso di modelli formali per il progetto urbanistico p.102
3.4.2 I modelli formali incongruenti rispetto al contesto locale p.105
Capitolo IV Alcune esperienze recenti quali strumenti di analisi
4.1 La mappa della pericolosità in California (1975) p.109
4.1.1 La prima esperienza di mappatura delle pericolosità naturale e ambientale nel piano di San Josè p.111
4.1.2 La pericolosità nelle aree socialmente a “rischio”: le chinatown negli ultimi trent’anni
4.2 L’Irpinia, il sisma, il sociale (1980)
4.2.1 Napoli e le due ricostruzioni p.117
4.2.2 L’avvio della riqualificazione urbana e sociale p.120
4.3 L’esperienza di Kobe (1995) p.123
4.3.1 La ricostruzione attraverso la sostituzione p.123
4.3.2 La tecnologia partecipata e cosmopolita nella fase di emergenza p.126
4.4 I programmi complessi in Italia (1997-05) p.131
4.4.1 I P.I.R. in Marche e Umbria quali strumenti socio-economici p.131
4.4.2 Gli strumenti socio economici per l’integrazione degli immigrati: i PIC Urban in tre città p.134
Capitolo V. Programmare la città sicura con gli immigrati p.139
5.1 Per le azioni di piano p.141
5.1.1 Il sisma e la conoscenza dei concetti cardine p.141
5.1.2 Una innovata definizione di ambiente p.147
5.1.3 La gestione ed il controllo del rischio sociale p.148
5.1.4 L’atteggiamento verso gli immigrati p.154
5.2 Gli indirizzi normativi p.157
5.2.1 Gli orientamenti antisismici p.157
5.2.2 La tutela ambientale p.160
5.2.3 Gli orientamenti per l’integrazione p.163
5.2.4 L’ammissione all’elettorato attivo e passivo p.164
5.3 Le politiche p.166
5.3.1 La prevenzione sismica a scala sovracomunale p.166
5.3.2 La prevenzione ambientale attraverso le norme per la partecipazione p.169
5.3.3 I programmi di prevenzione sociale p.171
5.3.4 Alcune linee di politiche migratorie in Europa p.175
5.4 Le modalità e le strategie p.176
5.4.1 La riduzione del rischio sismico p.176
5.4.2 La democrazia ambientale p.178
5.4.3 La individuazione delle strategie sociali p.181
5.4.4 L’approccio per la sicurezza a scala vasta ed a scala di quartiere p.186
5.5 Gli strumenti tecnico procedurali ed i soggetti attuatori p.188
5.5.1 I programmi complessi contro il sisma p.188
5.5.2 L’innovazione tecnologica e le nanotecnologie per l’ambiente p.191
5.5.3 Gli Enti locali, le associazioni “no profit”, l’imprenditoria etnica, il welfare pro-immigrati p.194
5.5.4 Dal manifesto “Sicurezza&Democrazia” p.200
Postfazione di Francesca Moraci
La sicurezza da indicatore di qualità sociale a fattore di competizione urbana p.203
Fonti bibliografiche: Libri - Riviste - Siti web p.209
Le collane della Fondazione della Rocca p.215
Indice p.219


FRANCESCO ALESSANDRIA:
Francesco Alessandria, architetto dal 1990, ha maturato esperienze professionali all’estero in Francia e Giappone. È professore a contratto per il Corso di Laurea in Pianificazione Territoriale e Ambientale presso la facoltà di Architettura dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria dal 2002. Si interessa ai temi della sicurezza delle città sin dalle sue prime esperienze. Ha focalizzato in seguito l’attenzione sui profili della sicurezza della città dal punto di vista sismico e sulle soluzioni progettuali attraverso strumenti e programmi, tra cui quelli complessi. È autore di libri saggi e articoli su riviste specializzate, con Giannini Editore ha pubblicato: Tecnologie per una città sicura, 1996;Le azioni e le politiche sostenibili dell’Unione Europea per le reti infrastrutturali e la realtà italiana, 2002, Città, multi etnie, integrazione, interazione, pianificazione,



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