Spesso il logorio della fatica del vivere porta ad un lento, quotidiano consumarsi della nostra vita individuale. Viviamo la nostra esistenza come una successione coerente di eventi, sottovalutando il fatto che essi hanno uno strano modo di verificarsi, sono imprevedibili e inafferrabili. E' questo che emerge dalle pagine del romanzo di Ghelli, che, seguendo il doppio binario vita/mente, descrive la nevrosi del protagonista, paziente consapevole del proprio patire ma incapace di dominarlo. Intorno a lui si muovono una galleria di personaggi, colti nei loro giudizi fallaci ed in preda alle loro psicosi, inseriti in una realtà dominata da regole e speculazioni, dove a pagare il conto sono spesso i più deboli, che invano tentano di ribellarsi.
“...Sentii che un'altra crisi era in arrivo, ma stavolta di coscienza, come se improvvisamente fossi ripiombato nel regno dei mortali, come se per punizione dovessi rifare tutto ciò che senza toccare avevo deciso di distruggere”
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