Oggetto del dramma è la figura e il pensiero di Giordano Bruno, filosofo ardente per temperamento e per dedizione alla verità elaborata con un metodo filosofico diretto verso la conquista della modernità. La commedia, fin dall’inizio, vuole dar conto dello scontro frontale tra modi diversi di concepire la verità e di intendere il ruolo e il significato della filosofia. Da una parte c’è la tradizione sordamente fideistica, dall’altra il pensiero nuovo, l’ansia di indagare in modo razionale la realtà naturale e umana, il desiderio di avventurarsi per sentieri nuovi. In un’Europa incendiata da guerre di religione e divisa da passioni di parte, in nome della ricerca della verità, Giordano Bruno, originario del paese di Nola, nel retroterra di Napoli, aveva aggiunto altra legna sul fuoco e aveva sfidato l’autorità della Chiesa riguardo ai dogmi della Trinità, della sacralità di Cristo, della fede nei santi, del valore dei dogmi. Quell’assatanato fraticello domenicano, tra l’altro di umili origini, aveva preparato l’equivalente di un attentato alla religione in Europa col pensiero e con la parola. A questa vittima innocente dell’autoritarismo, Carmen Moscariello dedica una pièce teatrale vibrante di sdegno, intrisa di spiriti di poesia, ricca di accensioni visionarie.
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