Il Mezzogiorno è sempre stato considerato sinonimo di arretratezza, di difficoltà a stare al passo coi tempi. Gli ultimi decenni sono stati infatti scanditi, nel nostro paese, da una sempre più crescente polemica antimeridionale: tutti, o quasi tutti, i mali dell'Italia vengono ormai posti a carico del Mezzogiorno, che essi siano un apparato amministrativo “fannullone” o lo sfascio della scuola e della sanità o la distribuzione iniqua delle risorse pubbliche e il loro incremento, per non parlare del fatto di essere base e focolare della malavita organizzata. E anche ciò che non è direttamente imputabile al Mezzogiorno viene, per via indiretta e obliqua, collegato ad esso. Ed è stato proprio lo scandalo campano dei rifiuti l'evento che ha, con maggior forza, stabilizzato e reso definitiva l'impressione di una incapacità del Mezzogiorno di venire a capo dei loro secolari problemi, e la rappresentazione, nella narrazione giornaliera, di un luogo infestato da una umanità inferiore. La questione della inferiorità antropologica, che sembrava seppellita, è stata sollevata con sempre maggiore convinzione nella rappresentazione che, del Mezzogiorno, si è fatta buona parte del mondo “avanzato”.
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