Quasi totalmente ignorati dalla storiografia, i tumulti beneventani del luglio 1566 rappresentano un fenomeno pluridimensionale, una vicenda contorta che si presta a diversi livelli di analisi, coinvolgendo il piano politico, il piano religioso e quello socio-economico. Con la pubblicazione della Bolla Cum primum apostolatus emanata da Pio V l’assolutismo della monarchia pontificia si scontra con i tentativi di “patteggiamento” della comunità. Si sviluppano dinamiche complesse, che riguardano precarie relazioni interstatuali e chiamano in causa l’evoluzione delle prime forme di coscienza politica. Ben lontano dal rappresentare un’improvvisa ed irrazionale esplosione dei bisogni, il tumulto si configura come una manifestazione estrema del processo di costruzione dell’identità e della coscienza politica dei gruppi e delle comunità, come la fase acuta di una lenta e complessa evoluzione, come una modalità straordinaria di confronto/scontro con il potere e per il potere, come l’espressione di ideologie maturate nel tempo, o, a volte, confusamente e repentinamente riformulate in occasione di un inatteso evento contingente.
Lascia un commento