Percorrere fino in fondo un “sentiero interrotto”. Tale è lo spirito con cui questo studio si approccia al pensiero di Karl Löwith. L’autore pone al centro della propria analisi lo scritto di abilitazione del filosofo tedesco, L’individuo nel ruolo del co-uomo, presentato alla Facoltà di filosofia nel 1927, nella convinzione che un confronto serrato con esso possa condurre alla piena esplicitazione di una prospettiva teorica la cui fertilità è stata, in parte dallo stesso Löwith, storicamente disattesa. Ne consegue pertanto la delineazione di un paradigma speculativo definito come Mitanthropologie (“antropologia del con”), che mira ad offrire una prospettiva innovatrice sulla possibilità di vera e propria antropologia filosofica. Quale banco di prova cruciale per la tenuta di questa proposta interpretativa, viene presentato il confronto con l’analitica esistenziale heideggeriana, della quale la Mitanthropologie ambisce a porre in evidenza alcuni ammanchi strutturali.
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