L’insufficienza cardiaca ha da sempre affascinato il medico e il ricercatore. Attraverso i millenni, Ippocrate, Galeno, Harvey, Starling, Osler e altri hanno descritto i quadri nosografici di tale sindrome e hanno contribuito a chiarire molti dei principali meccanismi che ne sono alla base. In modo apparente paradossale, tuttavia, nonostante i progressi nelle conoscenze scientifiche e nelle tecnologie utilizzate nella diagnosi e nella cura delle malattie cardiache, la prevalenza, l’incidenza e la mortalità per insufficienza cardiaca sono tutte in ascesa. Qualunque sia l’etiopatogenesi della insufficienza cardiaca con quadro clinico di scompenso cardiaco congestizio, la sua terapia è massimamente rivolta alla correzione dei sintomi e dei segni clinici della malattia. Ciò deve spingere a riconsiderare l’approccio a tale tipo di patologia ed in particolare a esplorare i meccanismi molecolari e fisiopatologici dell’insufficienza cardiaca, allo scopo di meglio interpretare i molteplici e complessi aspetti clinici di tale sindrome e di perseguire nella ricerca di nuove strategie preventive e terapeutiche, nella prospettiva di ridurre l’incidenza e la prevalenza della sindrome. Mario Condorelli e Mario Petretta, esponenti della Scuola di Medicina Interna dell’Università Federico II di Napoli, considerano prioritario ai fini di tale prospetttiva l’approfondimento dei numerosi aspetti rilevanti della Fisiopatologia della Insufficienza Cardiaca.
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