In più di vent’anni la condizione e la percezione degli zingari nelle nostre società è indubbiamente peggiorata. Il rifiuto degli zingari è pressoché generalizzato, è diffuso negli ambienti più diversi, unisce trasversalmente gli schieramenti politici, criminalizza un piccolo popolo sostanzialmente indifeso. Lo zingaro è, in qualche modo, la personificazione del male. Tutto si può accettare nella nostra società, ogni diversità, ogni originalità, ogni trasgressione, salvo quella che viene da chi è veramente “altro”, da chi non è dei “nostri”: lo straniero e in primis lo zingaro.
Gli episodi di tensione di pochi mesi fa nelle principali periferie italiane, la recentissima ondata di zingari provenienti dalla Romania, ora cittadini europei come noi, le nuove leggi italiane in riferimento alla clandestinità mettono in luce, in questo lavoro attento e approfondito, le paure delle nostre società, gli stereotipi antichi, anche oltre l’esperienza di un contatto, non sempre facile, con gli zingari. Pregiudizi antichi e un rapporto non facile con un popolo di poveri, sparsi un po’ dovunque, lasciati senza risorse e senza soccorso, in aree marginali delle nostre città o in provincia, in una convivenza con italiani che diventa sempre più difficile.
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