Seduta a uno dei tavolini del bar all’aperto. Lo sguardo assente, tuffato tra le pagine di un quotidiano di finanza. Come tutte le mattine, faceva colazione lì, assaporando, tra un titolo e l’altro della Borsa, un cappuccino fumante e un fragrante cornetto alla crema.
Le gambe accavallate, lunghissime, si agitavano nervose, avvolte in sottilissime calze nere di seta. Da uno spacco laterale della gonna spuntava, malizioso, il pizzo nero dei reggicalze.
Era sexy, ma di quella sensualità che toglie il respiro, che intimidisce. Una sensualità innata e forse perfino inconsapevole.
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