Frutto dell’amore è Favol’io, conseguentemente l’ Autrice – ed è il suo merito maggiore – non dispensa un livido moralismo, ma avvolge il lettore in un’atmosfera di religiosità pudica e schiva, per nulla declamatoria e apodittica.
Anche in ciò Irene Caliendo ci fa rivivere la lezione di Antoine Marie Roger de Saint – Exupéry: “…si vede bene solo col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi”. (dalla prefazione del Prof. Alfredo Omaggio)
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