L'argomento della poesia è sempre autobiografìa della propria condizione umana. La storia delle pubblicazioni e delle elaborazioni d'ogni lirica possono confermare la veridicità poetico-morale di quest'affermazione, sapendo bene che la purezza dell'arte non è elemento da ritrovare nel laboratorio e che l'arte non esclude, l'umanità e la storicità e che il suo sigillo individuale è il riassunto delle aspirazioni collettive in cui la novità è l'inedito del sentimento, non la singolarità esteriore dell'immagine.
Nella prima edizione del «Premio il Poeta dell’anno 2003 – Arden Borghi Santucci» ci siamo imbattuti in artisti che scientemente hanno affermato con le loro liriche che «l'opera d'arte è una struttura viva, perché vibrante della sensibilità dell'artista; che la poesia non finge le condizioni dell'Assoluto, ma le cerca trasfigurando il sensibile; che il Poeta sente condensarsi nella sua anima la comicità perciò il particolare che egli rappresenta ha caratteri universali, pur essendo dettagliatamente definito e precisato; che il Poeta apre gli occhi dentro e fuori di sé; quando il suo sguardo diviene oltremodo visivo, quando il suo udito si fa ultrasensibile tutto si anima intorno a lui; che il Poeta è progressista! Il Genio è tale quando precorre i tempi! (F. De Sanctis)»
E dal buio della rete, oltre le sue fitte maglie, un canto silente si eleva.
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