Chi volesse cercare una qualsivoglia unità nei dieci racconti dell’autrice non indugi ad al¬manaccare su temi, su strutture, su messaggi ed altre simili possibili componenti della narra¬zione. Anche se di volta in volta cogliesse una nota, ancorché vera ed autentica, della delicata sinfonia del libro, non eviterebbe la sensazione d’incompiutezza dell’esame critico e avrebbe il rimpianto della perduta occasione di entrare nel mondo di una scrittrice propensa più al-l’introspezione che al dialogo spiegato e volto alla persuasione.
L’autrice, infatti, non pretende di persuadere alcuno di alcuna verità.
È solo protesa a guardare entro i personaggi per capire prima e per esprimere poi l’inesplorato continente della loro anima e per far emergere i loro sentimenti, dei quali coglie la carica e l’intensità. Tra lo spiegare e l’enunciare prevale l’esigenza dell’indagare in profondità il mistero dell’animo umano per svelare le motivazioni che sono alla base delle sue azioni, perché la stessa espressione, non assume mai né le modalità né le strutture enunciative proprie di chi formula il pensiero con l’intento di captare e influenzare reali o immaginari interlocutori.
Ed è questa condizione psichica e mentale dell’autrice a conferire ai singoli racconti la vera unità di fondo che li caratterizza. [...]
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